lunedì 31 marzo 2008

"Come la mafia e la P2"



Calciopoli era un'organizzazione simile più alla loggia massonica P2 e alla mafia che a una comune associazione a delinquere. Lo hanno detto i pm Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice oggi al tribunale di Napoli nella quarta giornata dell'udienza preliminare del processo per il troncone principale per la vicenda che nel 2006 ha scosso il calcio italiano. Beatrice e Narducci chiedono il rinvio a giudizio per 37 persone, tra le quali Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Franco Carraro, Massimo De Santis, Innocenzo Mazzini, Tullio Lanese, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto; per quattro di loro il gup Eduardo De Gregorio potrebbe decidere di saltare un passaggio, visto che i difensori l'ex presidente dell'Aia Tullio Lanese, gli arbitri Gianluca Rocchi e Paolo Dondarini e l'assistente Alessandro Griselli hanno chiesto il rito abbreviato. De Gregorio, invece, ha respinto le richieste delle difese che erano mirate a far spostare il processo in una sede diversa da Napoli. I pm hanno illustrato in cosa consista l'associazione a delinquere imputata a Moggi&C, sottolineando che non si sarebbe trattato di più associazioni, ma di una sola organizzazione. Quest'ultima, per le sue caratteristiche di segretezza e per i forti vincoli tra gli associati, avrebbe avuto caratteristiche simili alla P2 e alla mafia, perchè era in grado di influenzare le istituzioni e i vincoli si rinsaldavano via via che essa agiva.

Fermate la strage vol.2


La rabbia cieca dopo la paura "Se l'è cercata"
fonte : La Stampa

«E vai! Uno di menooooo....Bastardo, se lo merita!». Così suona la maledizione di Andrea G., tifoso juventino del club di Crema contro l’ennesima vittima della violenza da stadio, Matteo Bagnaresi, 28 anni, ultras del Parma, travolto e ucciso dal bus dei bianconeri, in fuga dopo l’assalto dei rivali. Andrea G. aveva appena mostrato ai reporter le ferite provocate dall’aggressione a colpi di cinghia degli ultras del Parma e qualcuno gli dice che il morto era stato diffidato per tre anni, dopo gli incidenti del 2005, proprio con la Juve, e questa era la sua prima trasferta. E’ un urlo di rabbia, non si sa se definirlo - per pietà - anche o solo liberatorio, ma è l’ultima terribile follia di questa giornata di lutto. Alle 19, tutto è finito. La strada davanti alla questura di Asti. I tifosi cremaschi sono stati appena sentiti dalla Digos e hanno un’aria provata. Seduti su un muretto, con le bottiglie di acqua minerale. In coda davanti ai distributori automatici di bibite, nell’ingresso della questura. «In cinquanta contro dieci di noi...bel coraggio». E’ un ragazzo robusto, il primo a rompere il silenzio. I capelli affogati nel gel. «Sono arrivati in cinquanta, all’improvviso. Con i cappucci delle felpe sulla faccia. Ci hanno cinghiato, lanciato di tutto». Vi siete difesi? «Non ne abbiamo avuto il tempo, eravamo venuti a Torino per vedere la partita, non per fare a botte...Noi eravamo fuori, per fumare una sigaretta. Ci sono arrivati addosso. Siamo saliti sul bus, poi sono arrivati gli altri che erano ancora nell’autogrill. Minuti, secondi, l’autista schivava quelli che erano di fronte al muso, uno, due, tre volte. Stava sorvegliando la chiusura delle portiere, ci siamo mossi. Ho sentito come se fossimo saliti su un dosso...». Il «dosso» era il corpo di Matteo Bagnaresi, morto immediatamente. Stritolato. Scusa, ma vi eravate scambiati degli insulti, succede no? «Non ci crederà nessuno - dice Fabio, il capo del gruppo - ma, in quei minuti avevamo incrociato altri tifosi del Parma, e non era accaduto nulla. Qualche battuta amichevole. E stop». Invece? «Quelli ci sono piombati addosso. Avevamo i loro bus fermi davanti. Io non mi sono accorto che, allontanandoci, c’era stato l’investimento». Fabio conta i soldi per pagare un altro bus che li riporti a casa: 350 euro, raccolti banconota per banconota. Se ne vanno rapidi, qualcuno si copre il viso con la maglietta, per non farsi riprendere dalle tv. Dopo il confronto con i poliziotti della Digos di Asti, sono molto meno loquaci.
La gente del Parma si stringe attorno ai genitori di Matteo. Giorgio Iotti e Angelo Manfredini, sono i responsabili del coordinamento: «Noi stavamo pranzando lontani dalla stazione di rifornimento e non abbiamo visto niente. Siamo arrivati alle 11, secondo tradizione. Menù: pasta, costine al forno e torta. La stavamo tagliando quando è entrato un tizio, trafelato. Un urlo: hanno ammazzato uno! Siamo corsi fuori, non avevamo sentito niente, neanche un coro. Uno spettacolo orribile, il ragazzo era come stritolato. La prima cosa che ho fatto è stato di telefonare a mio figlio, che ha 30 anni. Volevo rassicurarmi che stesse bene. Morire così. Assurdo. I “Boys” mi erano sembrati calmi, gli avevamo incrociati prima. Cosa provo per gli juventini? Non so, mi sembra più un incidente, non posso pensare che qualcuno possa fare volontariamente un gesto del genere...L’odio non serve a nulla».Ma i Boys sono un mondo a parte. Nel loro sito, ci sono tutte le info necessarie per partecipare alla trasferta di Torino. Per andare a morire, Matteo ha pagato 40 euro, tanto costava il biglietto. Lui, che era un «diffidato» ma sempre iscritto, ha avuto uno sconto di 10 euro. Gli altri ultras, di euro, ne hanno spesi 50. Hanno una specie di culto per i diffidati. Letterale, dal loro sito. Testi quasi poetici: «...Un piccolo striscione giallo, con i caratteri blu bordati di bianco. Rappresenta i Boys a cui è vietato l’accesso allo stadio...Talvolta in spirito, quando non possono partecipare materialmente a cagione della diffida, altre volte ne evidenzia la reale presenza, specie nelle attività extra-stadio del Gruppo. Un piccolo striscione per chi ha dato grande prova di Fede, prima e dopo, tenendo saldamente la posizione, nonostante le mille problematiche che accompagnano la diffida...». Matteo era uno di loro. Una ragazzo generoso, da sempre impegnato in attività sociali. Lo conoscevano tutti, i tifosi del Parma. Non solo i più fanatici.

Fermate la strage vol.1


Valentino aveva la stessa età di Marco. Aveva corso con Mar­co. Se n’è andato come Marco, non ce l’ha fatta a restare aggrap­pato alla vita.
La fabbrica di ma­lati e morti, depressi e aspiranti suicidi che sta diventando il mon­do dello sport, continua nella sua opera di distruzione.
Il ciclismo è il più colpito perchè è quello che più degli altri è andato oltre. Ma gli altri non stanno meglio, anzi riper­corrono la stessa strada.
Se la disperazione per la fine di Valentino Fois è il primo sentimen­to, rischia di essere alla pari lo sde­gno per il mondo dello sport che causa vittime e poi ne nega l’esi­stenza.
Uno dietro l’altro - per i mo­tivi più disparati - negli ultimi anni sono morti giovani Pantani e Jime­nez, Zanette e Galletti, Vanden­broucke ha tentato il suicidio. Non c’è uno studio epidemiologico, non c’è una ricerca scientifica che met­ta in correlazione lo sport, il doping, la tossicodipendenza e la depressio­ne. Si banalizza sui casi individuali, ci si nasconde dietro la solita frase ipocrita ( «lo sport non c’entra» ) e ci si mette il cuore in pace.
L’istituzione sportiva ha l’obbligo di indagare sulla sorte dei suoi gio­vani, per salvaguardarne la salute, e deve lavorare sulle generazioni future. Non ha più alibi, questa fac­cia oscura dello sport va messa in primo piano. Nei paesi democratici è giunta l’ora che a muoversi siano i parlamenti: l’istituzione sportiva deve essere costretta a fare il suo dovere. Altrimenti ci pensino i mi­nisteri della sanità e la magistratu­ra a fermare questa strage.
Esistono studi scientifici seri ­condotti all’esterno del mondo del­lo sport - che parlano apertamente di legame tra doping e tossicodipen­denza, depressione e droga. E’ di­mostrato che gli sportivi entrano più frequentemente in depressione degli altri esseri umani. Così come è drammaticamente certo che tra i tossicodipendenti maggiore è la percentuale di chi ha praticato atti­vità sportiva. Una volta si invitava a fare sport per evitare il tunnel del­la droga, oggi la situazione è capo­volta.
Il problema vero è che lo sport sa entusiasmarsi per le grandi impre­se, sa magnificare le sue virtù, ma è incapace di segnalare i suoi perico­li. Autentici fenomeni da baracco­ne, ragazzi con fisici da caricatura umana diventano i nuovi eroi. Ba­sterebbe aver guardato gli Europei di nuoto, aver visto quante presta­zioni inumane si sono registrate. Qualcuno s’è posto il problema? Ognuno ha celebrato il suo campio­ne, al massimo s’è stizzito per qual­che battutaccia degli avversari: perché tutti sono bravi a sospettare degli altri. Mai come in situazioni come queste lo sport riesce ad esse­re bieco nazionalismo. Ma almeno ci si potrebbe chiedere: se lo sport ai massimi livelli esalta fisici così mostruosi, è il caso di continuare su questa strada? Quei fisici possono essere il frutto di qualsiasi diavole­ria - persino lecita per le leggi del­lo sport - ma è giusto arrivare a cer­ti livelli? Ed è giusto additare que­sti personaggi ad esempi?Finché penserà esclusivamente alle certezze giuridiche e non si por­rà dubbi morali, questo sport conti­nuerà a generare mostri e vittime. Finché si occuperà più dei diritti ci­vili (certe modalità dei controlli an­tidoping violano la privacy), che dei diritti umani ( la sperimentazione selvaggia su persone sane), non avrà speranze.
Addio Valentino. Te ne sei andato tragicamente, neanche l’aiuto pa­terno di Ivano Fanini t’è servito. Era terribilmente vero quello che avevi confessato in tante interviste: il ciclismo è stato la tua vita e la tua disperazione. Come per tanti prima di te. E per quanti in futuro?

di Sergio Rizzo
Vice direttore Corriere dello Sport

sabato 29 marzo 2008

Altro che banda di ladroni...


La confessione di Zaccheroni: "Il 5 maggio alcuni mi dissero: io non gioco"
(Il Giornale)
L'ex tecnico della Lazio e dell'Inter non crede però che stasera si possa rivedere una storia simile.
Scusi, Zaccheroni, c’è Lazio-Inter: sente odore di 5 maggio?
«No, quella fu un’altra storia, oltre che un’altra partita. Prima differenza: il martedì precedente la società annunciò ufficialmente l’arrivo del nuovo allenatore, Roberto Mancini. Seconda differenza: avevamo mancato la corsa alla Champions arrivando a meno 2 dal Milan, perdendo la sfida decisiva di Bologna».
Ci fu altro?
«Presto cominciarono le pressioni della piazza laziale, il tam tam delle radio, seguirono le minacce, in qualche caso suggerimenti tipo “tirate sui tabelloni pubblicitari”. Di fatto dovetti registrare molte defezioni. Puntai su quelli che non si tirarono indietro, gente come Stam, per esempio, Giannichedda, Stankovic».
Come maturò il famoso ribaltone?
«Decisivi furono due fattori: 1) l’impreparazione psicologica dell’Inter a gestire una difficoltà. Erano convinti d’aver già vinto, i tifosi avevano passato il pomeriggio a cucire le rispettive sciarpe. 2) I fischi del tifo laziale contro Poborski che veniva considerato un elemento a rischio in quanto connazionale e perciò amico di Nedved.
Il ragazzo, nel sottopassaggio, appena sentì i fischi, se la prese così tanto da risultare poi uno dei più motivati. E infatti, firmati i due gol, andò sotto la curva laziale a gridare “bastardi”».

Indovina chi


Oggi i giornali danno per fatto l'affare Amauri alla Juve.
Fosse vero, almeno per una volta, quello che scrive Tuttosport non sarebbe male.
11 milioni di euro più Almiron è un buon prezzo di mercato.
Altra storia sarebbe invece il sacrificio di gente di sicuro avvenire come Giovinco, Lanzafame, Criscito o De Ceglie.
Ma la notizia che più mi preoccupa è l'incontro Mourinho-Moratti.
Dovessero prendere un allenatore vero a via Durini, l'Inter potrebbe davvero diventare una squadra quasi seria.

mercoledì 26 marzo 2008

"Che goduria...."



Gianluca Zambrotta, dal ritiro azzurro, confessa di aver seguito con trepidazione la sfida di sabato sera scorso tra Inter e Juve.

"Mi sono visto per televisione la vittoria dei miei compagni contro l'Inter e ho gioito - dice il terzino del Barcellona -.
Sette anni meravigliosi non si cancellano con un colpo di spugna e proprio per questo ho accolto con grande soddisfazione l'ultimo successo di campionato che, secondo me, sarà il primo di una lunga serie".

Botta e risposta con Bertolino

LA RISPOSTA DI ENRICO BERTOLINO AL MIO EDITORIALE

Gentile Stefano,
essendo stato chiamato in causa dal Suo editoriale Le invio il mio pensiero in merito .
Trovo oltremodo Faziosa la Sua versione , e fin qui ci sta , ma dimenticarsi di essere usciti dalla Coppa Italia ( l'unica alla quale avreste potuto partecipare quest'anno ) eliminati dall'Inter mi sembra mancanza di memoria (chi se la faceva sotto contro Balotelli quel giorno? Chiedere a Camoranesi , un altro dei fedelissimi Juve a Gettone ..o meglio a Orologeria finchè c'è Grano c'è la fede ..) .
Se poi vogliamo parlare dei Successi della Juve in Europa .
eccoci qui: Una coppa dei campioni allo stadio Heysel che ancora suona come un insulto alla ragione ed alla logica ( non lo dico io ma fior di personalità intrervistate durante un documentario di History channel dedicato a quella serata maledetta con Platini , si proprio lui l'amico dell'Italia e oggi dirigente oculato , che alza la coppa in mezzo ai Morti , ma un pò di vergogna no ? ) e tante , ma tante eliminazioni ...
Ebbene tralasciando la storia nella quale non mi sembrate molto ferrati da quelle parti , guardando alla partita , niente da dire , grande Juve , ottima reazione , contro una squadra falcidiata dagli infortuni , fuori condizione e con problemi a livello dirigenziale ( I soliti direte voi e qui come non darvi ragione ) , con un secondo tempo bianconero da incorniciare , se non fosse che tutto è iniziato con un Gol del Fedelissimo e Superbianconero a Vita Camoranesi .. IN NETTO FUORIGIOCO.. quasi due metri .
Il giorno dopo sui giornali citato tra parentesi quasi fosse arrivato sul tre a 0 per la Juve .. ed invece ha aperto la strada al contropiede dell'altro fedelissimo Trezeguet , che fino a qualche mese fa chiedeva i soldi direttamente dal campo senza vergogna ma con tanta fede , facendo segno che altrimenti se ne sarebbe andato .
Bene per cui complimenti ad una Juve tenace e battagliera , ad un allenatore capace e gran signore in ogni evenienza , ma per favore smettete per una volta di fare le vittime e considerate che la Famiglia Moggi è in tribunale per reati che sfiorano il Penale e che per anni la sudditanza degli arbitri con la Juve c'è stata eccome .. poi non c'entrano i tifosi , ma questi sono i fatti .. dati e numeri alla mano .. come , dati e numeri alla mano noi siamo avanti e la Juve è indietro .. per cui se per cortesia volete essere più obiettivi risponderò con piacere , se invece continuerete con l'Apologia di persecuzione Vi lascerò serenamente al Vostro piagnisteo .e continuerò a tifare Inter ed a Ringraziare Moratti , che , come presidente , mi ha permesso di veder giocare fior di campioni a San siro , e non tutti provenienti dalla Juve .
Unico grande applauso a Del Piero e Buffon uomini immagine veri fuori e dentro al campo , invece una simpatica Immaginetta a Nedved , da pallone d'oro a cascatore professionista .Con tristezza rabbia e delusione , ma dal primo posto in campionato .Complimenti per la vittoria che vi avvicina al secondo .

Enrico Bertolino


LA MIA RISPOSTA ALLA SUA E-MAIL

Cordiale Enrico, scusa intanto se ti rispondo solo ora.
Grazie della risposta.
Sei stato l'unico interista da me citato nell'editoriale ad aver il coraggio di esporre il proprio pensiero e quindi questo ti fa onore.
Certo, il fatto che già abbiamo avuto modo di conoscerci in passato, come ad esempio ai tempi dell'intervista doppia che ti feci contro la Littizzetto
(
http://stefanodiscreti.blogspot.com/2007/04/juvervista-littizzetto-bertolino.html)
forse ha aiutato, ma credimi apprezzo molto il tuo non tirarti indietro in un momento così difficile per l'Inter.
Se hai imparato a conoscermi sai che sono leale, corretto ma che se devo entrare duro lo faccio e dico sempre quello che penso.
Quindi inizio a risponderti dalla parte che meno mi è piaciuta della tua e-mail:
il riferimento all'Heysel.
Caro Enrico ho trovato di pessimo gusto e di basso rilievo ricordare una serata così drammatica come esempio di Juve nel mondo.
Parli di juventini con poca memoria? No, caro Enrico.
Chi ha poca memoria(e forse tanta ma tanta invidia) qui siete voi interisti.
Negli ultimi 30 anni la Juventus in Europa e nel Mondo ha vinto 2 coppe Intercontinentali, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee, 1 coppa delle coppe e 3 coppe uefa.
Senza contare 4 finali di coppa dei campioni e 1 una di coppa uefa.
Ovvero quindi la Juve in Europa se l'è quasi sempre giocata fino alla fine e spesso anche vincendo e dominando.
Certo non ai livelli della prima squadra di Milano (il Milan) ma nemmeno ai livelli di chi ha vinto l'ultima coppa dei campioni prima che l'uomo mettesse piede sulla luna, e che in Europa dura sempre uno, massimo due turni.

Per quanto riguarda il passaggio del turno in Coppa Italia vi faccio i complimenti, ma d'altronde sapevo dall'inizio che era impresa quasi impossibile eliminarvi in un torneo che da sempre è il preferito di Roberto Mancini e che proprio le numerose vittorie in questa competizione gli sono valse l'appellativo di
"uomo che vince sempre".....la coppa Italia.

Trezeguet e Camoranesi, secondo il tuo punto di vista, sono quindi 2 mercenari?
Secondo me sono semplicemente figli di questo calcio attuale. Dove anche le bandiere come Totti, Maldini o Del Piero, hanno delle aste ben rafforzate dal conto in banca.
D'altronde altrimenti "l'interista fin da piccolo" non avrebbe chiesto il triplo dell'ingaggio per spostarsi da Torino a Milano nella sua squadra del cuore d'infanzia.

Per quanto riguarda la partita di sabato, hai ragione:
il goal di Camoranesi era in netto fuorigioco.
Ma, come interista quest'anno, non vorrai mica lamentarti degli arbitraggi, vero?
E' tutto il campionato che praticamente partite sempre da un rigore a zero, che quasi mai c'era.
Se da Roma gridano allo scandalo un motivo ci sarà pure o no?

Per quel che riguardano invece le vicende giudiziarie della famiglia Moggi attendo serenamente la sentenza di un processo vero.
Consapevole di non esser un negazionista ottuso, ma di esser semplicemente una persona capace di intendere e volere e di avere sempre la propria opinione:
ovvero che le cose che faceva Moggi erano le stesse che facevano tutti gli altri dirigenti, chi più chi meno.
D'altronde anche l'Inter, se ha in panchina un pregiudicato che ha patteggiato 6 mesi di reclusione qualcosa di poco onesto lo faceva o no?

Voglio concludere questa mia risposta nell'unico punto in cui condivido totalmente con te:
il ringraziamento a Massimo Moratti,.
Credimi da tifoso juventino non avrei potuto desiderare un presidente migliore per voi.
Il modo in cui ha speso oltre 1000 miliardi.... I campioni che vi ha portato..... Le gioie che ci ha regalato...
Penso che nessun altra persona al mondo ne sarebbe stata davvero capace.
Non finirò mai di ringraziarlo e spero che resti vostro presidente ancora per tanti anni, magari con Roberto Mancini allenatore.

Quindi, caro Enrico, godetevi questo campionato, perchè se davvero al ritorno in serie A l'avesse vinto la Juventus altro che 5 Maggio.

Ti faccio una confidenza che mi creerà non pochi nemici nel mondo juventino:
io tra Roma e Inter, spero sempre che a non vincere sia la Roma.
Sai uno juventino "romano de Roma" deve scegliere sempre il male minore.

Mi basta avervi dimostrato sul campo che siamo sempre i più forti e che Recoba, Zanetti o Djorkaeff non potranno mai valere Del Piero, Nedved o Zidane.
Ma sopratutto nessun tavolino o intercettazione potrà mai cambiare la storia.

Un abbraccio,

Stefano Discreti

lunedì 24 marzo 2008

"Vinciamo solo senza la Juve"

Cari Lettori ed amici Buona Pasqua a tutti, anche se in ritardo.
E che bella Pasqua.
Ecco il mio editoriale scritto dopo la vittoria di sabato sera.

Dove eravamo rimasti?
L’ultima volta che si era giocato il derby d’Italia a San Siro, la Vecchia Signora, ai tempi una corazzata straordinaria, si impose per due reti ad una, ipotecando il 29° splendido scudetto che solo una sentenza farsa poi avrebbe cancellato dagli albi, ma non certo da cuori e memorie delle persone intellettualmente oneste con se stesse.
A distanza di due anni, una Juventus nel frattempo stuprata e privata di Zambrotta, Cannavaro, Ibrahimovic, Mutu, Vieira, Thuram, Emerson ma risorta dall’inferno di Calciopoli,
si è ripresentata per la prima volta alla Scala del calcio, ma il risultato non è cambiato e le facce degli interisti sono rimaste sempre le stesse:
tristezza, rabbia, delusione.
Praticamente la stessa maschera fissa che hanno stampato sui volti dall’inizio della presidenza Moratti ogni qualvolta incontrano la Juventus.
“Se la fanno sotto ogni volta che ci vedono”disse non molto tempo fa Camoranesi.
E come dargli torto? Inutile aggiungere altre parole in merito.
E allora possiamo dirlo, senza possibilità di smentita alcuna :
senza Farsopoli, all’Inter di Moratti non sarebbe bastato un altro centenario per poter vincere uno scudetto.
E in cuor loro gli interisti, anche se pubblicamente non l’ammetteranno mai, lo sanno.
Senza lo smembramento dei campioni Juventus di due anni fa, l’Inter sarebbe la solita Inter dell’era Moratti.
Quella dei 1000 miliardi spesi in 10 anni senza vincere nulla.
Quella per capirci che ogni anno gioca in Europa con gli stessi risultati:
facce sempre tristi e deluse.
Ed è pazzesco sapere che senza gli errori arbitrali dell’era Gussoni-Collina, persino questa neopromossa Juventus avrebbe potuto contendergli lo scudetto.
Il goal in fuorigioco di Camoranesi convalidato, compensa solo minimamente i tanti favori pro Inter e contro Juve di questa stagione.
L’altra sera prima dell’ìnizio della gara i tifosi interisti cantavano”vinciamo senza rubare”, coro inventato per giustificare le sconfitte di una vita, comportamento tipico di chi non accetta di esser inferiore.
Il mio consiglio futuro è di modificare il coro in “vinciamo solo senza la Juve”, perché è l’unico modo in cui riescono davvero a vincere qualcosa.
Mi piacerebbe in merito sapere il parere dei vari Severgnini, Magnoni, Bertolino, Berti, Scarpini, Corno, e di tutti coloro che in questi due anni hanno giustificato le amarezze e umiliazioni dell’era Moratti, nascondendosi dietro l’accusa di un’associazione a delinquere alla quale ormai non crede più nemmeno l’unico interista decisivo degli ultimi 20 anni:
tale Guido Rossi.

Sul campo, niente tavolini




Sul campo non c'è intercettazione o tavolini che tengano.
Due anni dopo, una sola squadra in campo. E un solo allenatore in panchina, ché quello che "vince sempre" (copyright Pravda Rosa) è rimasto a casa. Appena vedono la Juve, anche questa Juve, gli indossatori mettono in campo sempre sei terzini, di cui due a centrocampo e uno "Burdisso due fisso", uno dei più scarsi difensori mai visti sui campi di serie A. Forse l'unico più scarso di lui è Maxwell, a rinnovare la straordinaria tradizione della fascia sinistra degli indossatori. La partita doveva finire 1-6, ma è finita soltanto 1-2 con Materazzi a piangere, gli indossatori come al solito sempre a protestare E a far ridere.
Christian Rocca

sabato 22 marzo 2008

Stasera, che sera


«Inter-Juve. Assalto agli usurpatori»
Questa sera a San Siro il derby d'Italia, tra scudetto e scorie post Calciopoli.
Intervista a Luca Beatrice, docente all'Accademia di Brera, juventino senza pudore
di Andrea De Benedetti

Luca Beatrice, 47 anni. Lato A: raffinato critico d'arte, docente all'Accademia di Brera, organizzatore di mostre ed eventi, pubblicista a più facce. Lato B: juventino con la bava alla bocca, opinionista di Juventus Channel e Hurrà Juventus, «gobbo dalla nascita» (così è intitolato un suo libro autobiografico) e senza pudore.
Beatrice, quella di stasera è una partita come tutte le altre?
So di andare controcorrente, ma essendo ormai la quarta in pochi mesi, amichevoli e tornei da bar esclusi, direi che sì, comincia a essere una partita come tutte le altre. Dobbiamo farci l'abitudine a giocare contro gli usurpatori. Certo, mi fa sorridere quello scudetto attaccato su maglie dove non sarebbe dovuto stare.
Ecco, appunto, se l'Inter non si fosse annessa lo scudetto di due anni fa, la rivalità sarebbe più tiepida?
Negli ultimi venti anni l'Inter non è mai stata una nostra rivale, non lo è stata di nessuno, erano una squadra scialba come gioco e personalità. Rivali sono stati il Milan, la Roma, il Napoli, perfino il Verona. L'Inter mai, finché non le hanno regalato uno scudetto in modo che potesse lasciare anche lei una piccola traccia in questo decennio.Vieira e Ibra in nerazzurro, scudetti vinti a man bassa, un allenatore antipatico e un presidente permaloso.
Non è che gli juventini odiano l'Inter perché vedono allo specchio come erano loro due anni fa?
No, assolutamente. La Juve, tanto per cominciare, ha dato l'ossatura alle ultime due nazionali campioni del mondo. Possiamo essere antipatici, però siamo indispensabili nei trionfi condivisi. Se non ci fosse la Juve, andrebbero a casa tutti. L'Inter, in questo senso, non ci assomiglia affatto.
Ha organizzato e allestito una mostra sui 110 anni della Juve. Se dovesse farne una sull'Inter che pezzi sceglierebbe?
Non è possibile unire la parola arte alla parola Inter. L'arte è un concetto sublime. Mi spieghi un po' cosa ci si può trovare di bello in Moratti, Mancini o Oriali.
Non mi dirà che è bella la Juve?
Se parla della partita con l'Empoli dell'altra sera, ci posso anche stare, ma nel calcio il bello e l'utile possono andare di pari passo. Sono d'accordo con Mughini quando dice che un tackle di Gattuso può essere bellissimo, così come lo erano quelli di Furino. Quando vedo che il pubblico juventino applaude Sissoko, penso che anche questa può essere bellezza, non solo le giocate da foca monaca di Ibra. E comunque, anche nelle partite peggiori, basta una parata di Buffon per garantire un riscatto morale ed estetico.
La Juve, nella sua storia, ha avuto giocatori raffinatissimi ma non è mai stata famosa per la bellezza del suo gioco.
Mi permetto di dissentire. La Juve del '77, senza regista e con Tardelli, Furino e Benetti a centrocampo, era bellissima. Scirea era bellissimo. Montero era bellissimo.
Montero?
Era bellissimo vedere gli avversari terrorizzati di fronte a lui, anche se poi non faceva del male a nessuno. Comunque, se ci fosse stato Montero in Coppa Italia, Balotelli non si sarebbe mai permesso di fare quello che ha fatto.
C'è un'Inter-Juve nei suoi sogni e una nei suoi incubi?
Ricordo l'ultima volta che ci abbiamo giocato in campionato prima dello Tsunami. 2-1 per noi, gol di Ibrahimovic su lancio di Camoranesi e punizione di Del Piero al 90'. Julio Cesar sta ancora cercando la palla adesso. L'incubo è un 1-1 rubacchiato al 90' con fallo di Toldo su Buffon che Collina si rifiutò di vedere.
Almeno un po' si sente in colpa per Calciopoli?
E perché? Io credo che in qualsiasi processo penale l'unico reato che potrebbe essere addebitato a Moggi e compagnia sarebbe il millantato credito. In due anni abbiamo fatto quasi 200 punti rimanendo sempre in testa. Se anche i nostri ex dirigenti si sono comportati in maniera poco trasparente, gli scudetti erano più che legittimi. Ciò detto, come uno che abbia divorziato e si sia risposato, non rimpiango il passato.
C'è uno juventino che non avrebbe mai voluto vedere con la maglia bianconera?
Vorrei dire che non ho mai amato Baggio, pur riconoscendone le qualità eccezionali. Uno che a Firenze raccoglie la sciarpa viola non è juventino dentro.
E se Buffon due anni fa fosse andato all'Inter?
Non ci è andato. Ha giocato in B e si è fatto espellere contro l'Albinoleffe. Le viene in mente un modo più sublime per mostrare attaccamento alla maglia?
Una parola d'ordine per la partita di stasera?
Assaltiamoli. Anche se poi mi sa che lo scudetto lo vinceranno lo stesso.

venerdì 21 marzo 2008

Arrivano i dollari....


La Juventus ha raggiunto un accordo che le consentirà di reperire almeno 75 dei 105 milioni necessari a costruire il nuovo stadio.
Il club bianconero ha infatti siglato una partnership commerciale, della durata di 15 anni, con la società di marketing Sportfive Italia, del Gruppo Lagardere Sports.
La Sportfive Italia darà alla Juventus un contributo minimo di 6,25 milioni all'anno per dodici anni ed avrà in cambio il diritto di gestire in esclusiva la vendita del diritto di titolazione (in pratica, gli spazi pubblicitari) del nuovo impianto nonchè di parte dei palchi e dei posti vip.
La partenship "avrà decorrenza dalla data di oggi - spiega una nota del club bianconero - e durerà fino al termine del dodicesimo anno successivo al completamento dello stadio, previsto per la stagione 2011/2012".
Il contratto scadrà dunque il 30 giugno 2023. "Il contratto prevede inoltre - si legge ancora nel comunicato del club bianconero - che una parte rilevante degli incassi (derivanti dall'accordo stesso, ndr) sia correlata alla costruzione del nuovo stadio".

"E' tutto come prima..."

«Prima provavo una sensazione di delusione. Adesso questa sensazione è nauseabonda. Sto provando di nuovo cose che avevo dimenticato».
È questo il commento del tecnico del Brescia Serse Cosmi dopo che sono stati squalificati per tre giornate Stankevicius e per 15 giorni Possanzini.
«Credo - ha spiegato l'allenatore - che la mia delusione sia comprensibile.
Sono stato una vittima di un certo tipo di calcio sporco.
Sono stato fermo in quello che pensavo fosse il miglior periodo per essere fuori dai giochi, durante Calciopoli.
Dopo un anno (ora ne sono passati due) sono tornato ed è tutto come prima.
Al di là delle cose oggettive, quello che ci è successo è di una gravità, di un'irregolarità e di un' ingiustizia che mi preoccupa. Lo dico con grande serenità e tranquillità perché non ho nulla da nascondere».

Caro Cosmi ma se è tutto come prima allora:

di quale calcio sporco stiamo parlando?

Indovina chi


Oggi è il turno di Aquilani (nome associato alla Juve già da un paio di mesi cmq) e Tuttosport raddoppia anche con Mancini.

Serve pure chiederselo?


Ranieri non è assolutamente il tecnico giusto per la Juventus se davvero si vuole puntare a vincere.
Se invece l'obiettivo massimo è il terzo posto o una partecipazione alla Champions senza infamia ne gloria allora è il tecnico giusto.
Talmente semplice la risposta.

giovedì 20 marzo 2008

Che barba, che noia




Ennesima scialba prestazione della Juventus.
Non sempre si può pensare di riuscire a decidere le partite nei minuti finali.
E' vero, c'era un rigore netto su Iaquinta nel secondo tempo ma ad esser onesti nel primo tempo Molinaro è stato graziato da una possibile espulsione.
E' inconcepibile che la Juventus si presenti in casa di una delle squadre peggiori del campionato di serie A, reduce da 4 sconfitte consecutive, e non riesca a creare nemmeno un'occasione degna di nota.
Questa squadra ha dimostrato ancora una volta di più di non avere uno straccio di gioco e di vivere sulle prodezze dei solisti.
E quando alcuni di loro (Sissoko, Trezeguet, Nedved) vengono addirittura risparmiati in panchina, allora non si sà davvero a che santo votarsi.
Peccato perchè era un'occasione ghiottissima per staccare Milan e Fiorentina e riavvicinare la Roma sconfitta nel derby.
Peccato davvero.

mercoledì 19 marzo 2008

Il derby per Gabriele

IL DERBY NEL NOME DI GABRIELE

Il dolore è intatto.
«Come se Gabriele fosse morto ieri».
Ma questa è una fa­miglia forte, sana, che si tiene dentro il dolore con dignità.
E che cerca di ricor­dare il suo Gabriele facendo anche qual­cosa di bello, di utile per la gente. La Fondazione Sandri è la risposta positiva, civile, ad una grande tragedia, che ha addolorato il calcio, tutto lo sport, ma anche chi con lo sport non c’entra.
«Per vent’anni siamo andati insieme a tifare per la Lazio» . Hanno un grande coraggio e un cuore for­te , perchè lì, in curva, Gabriele non c’è più. Trove­ranno però il suo sorriso che ormai invade l’Olimpi­co ogni domenica. Si capisce allora perché è nata e cosa farà la Fon­dazione Sandri. Cristiano lo spiega con toni pacati ma decisi. «Abbiamo pensato che fosse il modo mi­gliore per ricordare mio fratello e per sottrarre il suo nome a qualsiasi strumentalizzazione. E’ un proget­to impegnativo, vogliamo mandare un messaggio po­sitivo sul valore della vita. Gabriele è stato vittima di un gesto assurdo, che non ha giustificazioni. Voglia­mo andare nelle scuole, vogliamo parlare ai giovani per spiegare e ricordare qual è il valore della vita. Mi sembra che si sia perso un po’ in questi anni, ci sono troppe vite sprecate, spezzate. E’ un messaggio con­tro la violenza, tutta la violenza. Perché è violenza anche quella che uccide sul lavoro o quella che uc­cide sulle strade. Vogliamo fare qualcosa di costrut­tivo perchè, pur nel dolore, abbiamo una grande spe­ranza: che da una tragedia come questa, possa na­scere una riflessione collettiva».La Fondazione è già pronta per cose concrete. «Ab­biamo trovato subito attenzione e comprensione da parte di Veltroni, in questi giorni ha aderito al nostro progetto anche la Cisco, ci stiamo organizzando, par­tiremo subito con la prima iniziativa. Doneremo un’ambulanza pediatrica nell’ambito di un progetto dell’Antas, l’Associazione nazionale delle terapie al­ternative di supporto. Sarà la prima a Roma e servi­rà per trasportare i bambini malati. E’ stato dimo­strato che queste terapie di sostegno aiutano a gua­rire. L’idea di poter donare a qualche bambino il sor­riso di Gabriele, mi riempie il cuore».
Quello di stasera sarà un derby particolare, diver­so dagli altri. «Sarà un derby civilissimo nel ricordo di Gabriele e nel quale i protagonisti saranno i tifo­si, più che i calciatori. La Fondazione si batterà per­chè non ci sia violenza nel calcio, anche se Gabriele non è morto per questa violenza, ma per un episodio assurdo. Questa tragedia deve essere un monito per tutti, dico tutti, dunque non solo per i tifosi. Far pas­sare sempre i tifosi per gentaglia non mi sembra giu­sto nè corretto. Io sono andato in curva per vent’an­ni con Gabriele e oggi sono un avvocato, una perso­na normale, non un troglodita» .
Sarà un derby diver­so, nel ricordo di Gabriele. Ma la speranza è che da stasera tutti i derby siano “diversi”. Derby passiona­li, ma civili. Senza violenza, nel rispetto di chi tifa dall’altra parte. Solo così aiuteremo davvero la fami­glia Sandri a tenere vivo, nel tempo, il ricordo di Ga­briele.

Farsopoli continua...

CALCIOPOLI: GUP AMMETTE COSTITUZIONE PARTE CIVILE FIGC
Nel corso dell'udienza preliminare sul caso "calciopoli", che si svolge nell'aula bunker di Poggioreale, il gup Eduardo De Gregorio ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile della Figc.
Il giudice ha ammesso come parti civili anche le società di Atalanta, Brescia, Lecce, Roma, Bologna e le curatele fallimentari delle società ex proprietarie del Bologna e della Salernitana.
La richiesta di costituzione di parte civile è stata accolta anche per la Rai, e alcune associazioni di consumatori. Sono state invece respinte le istanze presentate da alcuni scommettitori e abbonati Sky, nonché quelle del Coni, della Lega Calcio e dell'ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara.

La Figc che all'epoca era guidata da Carraro cosa vorrebbe adesso?

Finalmente ma.....


Torino, 18 marzo 2008
Il Consiglio di Amministrazione di Juventus Football Club S.p.A., riunitosi oggi per l’approvazione della Relazione Semestrale al 31 dicembre 2007, ha approvato, tra l’altro, il Progetto Stadio che prevede la realizzazione di un nuovo impianto sull’area dove sorge attualmente lo stadio Delle Alpi, per un investimento complessivo stimato in € 105 milioni.
Il Consiglio di Amministrazione ha dato mandato all’Amministratore Delegato e Direttore Generale Jean-Claude Blanc di compiere tutte le attività e gli atti necessari o opportuni al fine di realizzare il Progetto che, in ogni caso, non prevede un aumento di capitale, verificandone la fattibilità, in particolare dal punto di vista amministrativo, intrattenendo tutti i rapporti necessari con le Autorità competenti. Il nuovo stadio potrebbe essere pronto a partire dalla stagione sportiva 2011/2012.


Finalmente una bella notizia. E' però lecito porsi una domanda:
da dove verranno presi questi 105 milioni di euro?

lunedì 17 marzo 2008

Juve, che cuore




Ancora una volta la Juventus decide a proprio favore la partita nei minuti finali della gara.
Questa squadra ha davvero un cuore unico che le permette sempre di crederci fino alla fine.
Decisivo l'ingresso in campo di Molinaro. Mostruosa prova a centrocampo di Sissoko.
Promosso anche Tiago.
Ancora una volta però decisivo è lui, Vincenzo Iaquinta, che su assist meraviglioso di Alessandro Del Piero si inventa il goal vittoria.
E pensare che su questo giocatore si era fatta tanta ironia dagli stessi tifosi juventini.
Sui forum, giornali, portali ecc...erano nati addirittura partiti contro l'acquisto di Iaquinta.
Sarà che io sono da sempre un eterno innamorato dei giocatori che non mollano mai e ci credono sempre, ma ho sempre pensato che Vincenzo avrebbe potuto ripercorrere nella Juventus le gesta che furono di Ravanelli.
Il Milan ora dista 8 punti.
Postilla finale:
se l'Inter alla fine dovesse decidere di tenere Mancini e Ibra fosse scontento di questo....

venerdì 14 marzo 2008

Amala pazza Inter


INTER, MA NON E' UNA COSA SERIA
di Stefano Agresti
Come l’Inter non ce n’è. Né in Italia, né altrove. Prendete quello che è successo nelle ultime ore. C’è una squadra che viene eli­minata dalla Champions League per mano del Liverpool: ci sta. Ci sono i tifosi che, per lo più, applau­dono giocatori e allenatore: mera­vigliosi. Ci sono tutte le condizioni perché l’ambiente cerchi di ricom­pattarsi nel tentativo di portare a casa almeno lo scudetto. Una situa­zione di relativa normalità, insom­ma, benché Figo abbia magari fat­to un po’ le bizze: quante ne abbia­mo visti e vissuti, di momenti così?
Ma come l’Inter non ce n’è. E allora l’allenatore dice im­mediatamente che a giugno se ne andrà, con uno scudet­to da conquistare e stracciando un contratto da 4 anni e 24 milioni netti. E la società fa capire che potrebbe an­che cacciarlo subito, questo irriconoscente, mentre in tutta Europa si scatena la bagarre: in Portogallo assicu­rano che Mourinho allenerà l’Inter, in Spagna sostengo­no che Mancini andrà al Barcellona, in Inghilterra lo danno per contrattualizzato dal Chelsea. L’Inter al cen­tro del calcio internazionale, insomma. Non per una vit­toria, ma per un caos nato senza un vero perché.
Come l’Inter, però, non ce n’è. Quindi l’allenatore e il presidente s’incontrano. Si scontrano? Macché. Si dico­no addio? Non ci pensano neppure. Si abbracciano e quasi si baciano, come se niente fosse successo. O qua­si. E l’allenatore in questione, Mancini Roberto, firma un comunicato senza precedenti, probabilmente imba­razzante anche per chi ha dovuto diffonderlo: chiede scusa e comprensione, dice che dopo la partita ha par­lato con il cuore, sostiene - attenzione - di voler conqui­stare con l’Inter non solo lo scudetto, ma anche la

pros­sima Champions League. Comprensione? Cuore? Champions League? No, dai, non può essere. Noi, quan­do abbiamo letto quelle righe, siamo rimasti senza pa­role. Per Mancini, innanzitutto, ma anche per l’Inter che con lui ne ha condiviso i contenuti.
Ci domandiamo, a caldo, come potrà Mancini gestire uno spogliatoio già in fermento, dopo avere compiuto una retromarcia così clamorosa. Come potrà arrabbiar­si con Figo o Ibrahimovic, Vieira o Materazzi, e impor­re loro le proprie volontà: le volontà di un allenatore che una sera esplode, come se non ne potesse più di chicchessia, e poche ore dopo non esita a cospargersi il capo di cenere e chiedere scusa. Come riuscirà a esse­re leader e guida di un gruppo con personalità così for­ti? Con quale credibilità si proporrà davanti ai suoi cam­pioni, ma anche ai suoi tifosi? Attenzione: alla base del malcontento di Mancini nei confronti dell’Inter ci sono anche motivi validi. Perché - diciamolo chiaramente ­non è normale che la società gli imponga un medico nel quale lui non ha fiducia, che rinnovi il contratto a cal­ciatori che non vuole, o che il presidente parli di Capel­lo o Mourinho alla vigilia della partita della vita contro il Liverpool. Ma, se le idee non sono sbagliate, il modo di portarle avanti (e poi di tornare indietro) non è da grande professionista.
La società, poi. Ma l’ha letto, quel comunicato di Man­cini? Presumiamo di sì, visto che l’ha diffuso. E non si è chiesta come potrà questo allenatore - un allenatore che si è autodelegittimato - continuare a guidare il grup­po non solo per pochi mesi, ma addirittura per quattro anni? Ma i dirigenti nerazzurri dovrebbero anche e so­prattutto domandarsi quanto, con le loro scelte buoni­ste, hanno contribuito a mettere Mancini nelle condizio­ni di dire: me ne vado. Okay, lui ha scelto tempi e modi sbagliatissimi, però…
Così, mentre l’Europa incredula assiste a tutto questo caos e la figuraccia diventa mondiale, tante domande cominciano a trovare una risposta.

Prendete, ad esem­pio, lo scudetto perso il 5 maggio 2002. Se un marziano appena arrivato sulla terra dovesse mai chiedervi come si spiega un campionato buttato in quel modo, non usa­te giri di parole: fategli semplicemente leggere la cro­naca interista di queste ore. Capirà.

INTER UN CASO CLINICO
di PAOLO DE PAOLA
Se pensiamo che dietro la farsa dell’addio rientra­to di Mancini c’è anche il medico dell’Inter, Combi, siamo davvero in presenza di un caso clinico. Con tan­to di complicazioni. In que­sta vicenda non ci convince proprio nessuno. Moratti, con le sue contraddizioni, non fa altro che aggiungere confusione in una società che, invece, avrebbe biso­gno di chiarezza.
In questi ultimi mesi ab­biamo assistito a un vero e proprio festival.
Frasi infe­lici sull’onestà, feste esage­rate e inopportune ( visti poi i risultati), buonismo profuso a piene mani, at­teggiamenti politicamente ( s) corretti. Per favore. La vita, quella vera, ci insegna altro. Non abbiamo la pre­sunzione di censurare gli altri, ma non se ne può più di questa facciata parau­manitaria che nasconde so­lo un fiume di soldi spesi per una passione persona­le. Beato lui che può per­metterselo grazie anche ai soldi del padre.
Ma Morat­ti ci liberi dalle sue propo­ste di rettitudine, dai mo­delli di vita, dai duetti con Celentano e anche da Oli­viero Toscani.
Ci permettiamo di dargli un suggerimento. Vuole fa­re qualcosa di veramente popolare per lui e per la sua Inter? Restituisca subito quello scudetto di cartone che gli fu consegnato, con­tro il parere di una com­missione di esperti, da Gui­do Rossi. Fino a qualche anno fa c’era una squadra nerazzurra che faceva sim­patia e sulla quale era fio­rita persino una piacevole letteratura. Quella squadra non c’è più e con lei è spa­rito il sorriso di chi la guar­dava anche senza esserne tifoso. A quale prezzo si de­vono pagare certe vittorie e certe sconfitte?
Non ci è piaciuto Mancini. Da un uomo che guadagna oltre cinque milioni di euro all’anno ci saremmo aspet­tati un atteggiamento più serio. E non è un discorso demagogico.
C’è un cam­pionato in corso. Ci sono giocatori che lottano per un obiettivo e tifosi che vanno rispettati. Reazioni a caldo come la sua non hanno sen­so e ci convince poco il rav­vedimento (un po’ infanti­le) dopo il colloquio con Moratti.
Una pace di fac­ciata e proprio per questo ancora più pericolosa.

Farsopoli continua

CALCIOPOLI: CHIESTA ARCHIVIAZIONE PER FABIANI, EX DS MESSINA
Frode sportiva: chiesta l'archiviazione per l'ex d.s. del Messina Angelo Fabiani.
Non ci sono prove di corruzione o di partite accomodate. E così il sostituto procuratore Vito Di Giorgio ha chiesto l’archiviazione per Angelo Fabiani, ex direttore sportivo del Messina.
Fabiani, attualmente dirigente della Salernitana, era indagato per frode sportiva nell’ambito di un’inchiesta sui rapporti fra il Messina e l’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi.
Di Giorgio aveva tratto spunto per la sua indagine da un’intervista rilasciata nel giugno scorso al quotidiano “La Repubblica” da Maurizio Capobianco, ex dirigente della Juventus, cacciato da Moggi e Giraudo e tuttora in causa con la società bianconera.
Capobianco, testimone chiave di un’inchiesta avviata dalla Procura di Torino, ha raccontato di regali fatti dalla Juventus ad arbitri, giornalisti e tifosi. Moggi –ha raccontato Capobianco- aveva creato una fittissima rete di collaboratori e Fabiani era sicuramente il suo braccio destro. Capobianco è stato anche interrogato a Torino dal sostituto Di Giorgio al quale ha ribadito alcuni dei passaggi più importanti contenuti nell’intervista. Fabiani nella sede della Juventus era considerato uno di casa, era l’uomo di fiducia di Moggi e fra i regali ricevuti in qui tempi anche un’autovettura. Le indagini però non hanno consentito di stabilire alcun collegamento fra regalie e presunti aggiustamenti di partite.

giovedì 13 marzo 2008

Commedia all'Italiana




C'è ancora qualcuno che si chiede perchè l'Inter di Massimo Moratti non ha mai vinto niente se si escludono tavolini e comodini vari?

mercoledì 12 marzo 2008

La festa è già finita





La solita Inter dell'era Moratti esce mestamente dalla Coppa.
Ancora una volta una certezza:
senza Ibrahimovic che in Europa sparisce sempre, ma sopratutto senza errori arbitrali a favore, scudetti a tavolino o avversarie penalizzate, l'Inter Morattiana è sempre la stessa.
Sempre le stesse facce deluse. Sempre i soliti colpi di scena in stile Mancini post-partita.
L'editoriale della Gazzetta dello Sport dice:
"che differenza tra l'Inter d'Italia e quella d'Europa".
Bastavano due parole per definire questa differenza:
arbitraggi equi.

lunedì 10 marzo 2008

"Senza aiuti, l'Inter non vince"


Parla Daniele De Rossi:
«Se le cose fossero andate come era giusto, saremmo primi con qualche punto di vantaggio. Le vittorie dell'Inter non dipendono dalla Roma. E neppure dall'Inter...».

Ranieri, le critiche fanno bene

Ranieri corregge i clamorosi errori tattici della settimana precedente e ridisegna completamente la fascia sinistra. E i risultati visti ieri sera sono sotto gli occhi di tutti.
Evidentemente le giuste critiche ricevute l'hanno aiutato nel reimpostare la tattica della squadra nonchè ricaricare un'ambiente e dare la giusta forza per reagire sul campo.
Finalmente una grande prova di Grygera in maglia bianconera. Giocatore che non sarà un campione ma che sulle fascia può comunque assicurare un buon rendimento. Da non riproporre assolutamente mai più al centro ma da considerare, da ieri sera, anche un'ottima alternativa a Molinaro oltre che Zebina.
Grande prova di Brazzo come vice Nedved. Se il mister l'avesse schierato anche la settimana scorsa al posto di Palladino sono assai certo che Papa Waigo e la Fiorentina non avrebbero dominato quella parte di campo in quel modo assoluto.
Finalmente, poi, è tornato al goal David Trezeguet. Mancavano e non poco le sue zampate.
Un'altra grande prova di Sissoko. Questo ragazzo stupisce sempre di più in positivo per la facilità con cui si è inserito nei meccanismi della squadra.
Non sia mai che adesso si riesca anche a recuperare Tiago ora che ahimè Zanetti dovrà per forza stare fermo.
In difesa strepitosa ancora una volta la prova di Chiellini, ma non è una novità.Giungono voci che il Manchester City voglia rifarsi nuovamente sotto per Giorgio.Non scherziamo nemmeno.E' lui il campione su cui costruire la difesa del futuro per poter tornare a sognare.
Questa Juventus ha l'obbligo di guardarsi le spalle ma non devo perder contatto visivo dalla Roma, che distratta dalla Champions potrebbe perdere qualche colpo.
Anche perchè come chiaramente visto sui campi quest'anno, lo scudetto lo vincerà l'Inter, forse la più forte vero, ma sopratutto l'unica squadra che parte sempre da 1 rigore a zero.

sabato 8 marzo 2008

Indovina chi

Pazzesco


Persino l'ennesima vergognosa figuraccia di Massimo Moratti passa in secondo piano di fronte alla dichiarazione della Questura di Genova che ha smentito totalmente Gussoni che questo aveva dichiarato "E' successo un episodio pericoloso: un gruppo di persone ha circondato quello che credeva fosse un arbitro, ha tentato di sequestrarlo e di riempirlo di botte: solo che era uno che gli assomigliava, un sosia. Era un direttore di una filiale bancaria che si è rivelato alla fine, poveretto, salvandosi così dalle botte. Ma su consiglio della polizia quell'arbitro (Bergonzi, appunto ndr) è stato costretto a vivere protetto e trasferirsi in un'altra provincia per due settimane".) :
"Il nome di Bergonzi - spiegano alla Questura di Genova - non è mai emerso, nè per episodi di aggressioni, nè tantomeno per eventuali scorte. Non ci risulta alcun episodio di violenza che abbia come vittima l'arbitro genovese".
Ricordiamo infine che Gussoni è stato molto duro anche con la Juventus.
"Ho pensato di non rispondere nemmeno alla loro lettera aperta che hanno scritto dopo Reggio Calabria: d'altronde, dovrei rispondere ogni anno a 12.000 lettere, a tutte le società che si lamentano e che mi scrivono".
E a Zebina che parla di una "strage di punti" per colpa degli arbitri, il numero 1 dell'Aia replica: "Non so se conosce bene il vocabolario italiano. Da noi basta un errore per suscitare subito un sospetto: è uno sport tutto italiano, fa parte del nostro Dna. Ma i nostri errori sono sempre in buona fede".

venerdì 7 marzo 2008

Moratti taci



"L'Inter nel mondo è da sempre considerata la squadra di prestigio di Milano - ha detto il presidente nerazzurro - non solo per quello che ha vinto, ma perché non ha avuto mai problemi con la giustizia. Con me ho avuto persone che hanno seguito questo comportamento con naturalezza senza mai tentare di scavalcare o fare i furbi o conquistarsi gli arbitri, pensando di aiutare la società facendo qualcosa che si sarebbe rilevato terribile", con queste parole il presidente dell'Inter Massimo Moratti ha parlato ad una folla di tifosi interisti questa mattina, per festeggiare il centenario del clubnerazzurro.


A nostro avviso una ricorrenza così importante e che merita sicuramente il rispetto e l'ammirazione di tutti gli sportivi, non andava sporcata con queste dichiarazioni che non hanno nulla a che vedere con la centenaria storia nerazzurra.


Il signor Moratti, evidentemente, i successi ottenuti in questi ultimi anni non deve essere proprio riuscito a goderseli, viste le note vicende che li hanno favoriti. E allora ci sembra onesto e corretto, anche ai fini dell'informazione, rinfrescare la memoria al massimo dirigente interista.


Basta ricordare che meno di un mese fa, l'Inter è stata deferita dal Procuratore Federale Palazzi per il caso Plusvalenze, in un'inchiesta che coinvolge anche il Milan. Le stesse due società sono state prosciole dall'accusa di falso in bilancio dal Gup di Milano. L'inchiesta, condotta dal pm Carlo Nocerino, ipotizzava maquillage contabili per plusvalenze fittizie sulla compravendita di alcuni giocatori durante la stagione calcistica.


Queste sono solo le ultime vicende che hanno coinvolto i nerazzurri. Ma come dimenticare la vicenda Telecom e i pedinamenti a cui sono stati sottoposti alcuni giocatori come Vieri e Jugovic, ma anche persone che nulla avevano a che fare con il club di via Durini come l'ex arbitro De Santis e Luciano Moggi. Ricordiamo che Cristian Vieri ha citato in giudizio l'Inter chiedendo un risarcimento per i danni arrecati alla sua persona e alla sua immagine.


Varrebbe, infine, la pena ricordare al signor Moratti, che un suo dirigente (Gabriele Oriali) e un suo calciatore (Alvaro Recoba) hanno patteggiato (in sostanza vuol dire ammettere di aver commesso un reato, ndr) una pena per la vicenda del passaporto falso del calciatore uruguagio. Il 25 maggio 2006, sette anni dopo il fatto contestato, il Tribunale di Udine condanna Oriali e Recoba, i quali ammettono la falsificazione dei documenti (spunta anche una patente “taroccata” del calciatore) e patteggiano la pena.


Anche se non ha mai subito condanne vere e proprie (per ora...), dire che l'Inter non ha mai avuto a che fare con la Giustizia, ci sembra una autentica bufala....
da

http://www.realsports.it/Calcio

La scossa?


Secondo il nuovo direttore di Tuttosport, la Juve ha avuto una reazione da signora per 3 motivi:
1) perchè sono andati tutti a cena insieme.
2) perchè Blanc ha dichiarato che Ranieri verrà confermato anche se non arriverà nei primi quattro. (A proposito ma in quel caso la dirigenza verrà confermata?)
3) perchè si andrà a caccia di giocatori affermati come Aguero (fenomeno vero) che però non si potranno comprare.

giovedì 6 marzo 2008

Impresa Real


La Roma pur giocando praticamente in 10 per tutta la partita(eppure scommetto che oggi i 7 in pagella, per lui,  fioccheranno) compie una grandissima impresa espugnando il Santiago Bernabeu ed eliminando un Real Madrid che ad onor del vero però aveva tantissime assenze pesanti.
Questo però non deve ridimensionare l'impresa giallorossa.
Strepitose le prove dei due centrocampisti centrali De Rossi ed Aquilani.
Loro si, due da Juve in grado di cambiare il volto di una squadra.

mercoledì 5 marzo 2008

Dramma Lanzinger


http://www.datasport.it/leggi.aspx?id=4883787
Forza Matthias.

Fine di un ciclo



Con una strepitosa prova di forza, il baby Arsenal di Wenger dà una lezione di calcio al Milan di Ancellotti.
Questa partita segna forse la fine di un ciclo.
E a quanto scrivono anche i giornali è Marcello Lippi l'uomo con cui Berlusconi vorrebbe ripartire.
Per i tifosi juventini sarebbe l'ennesimo brutto colpo da digerire, ma se Lippi scegliesse il Milan e non un nuovo ritorno alla Juve nonostante il suo amore per i colori bianconeri, la causa andrebbe ricercata in un solo motivo:
mancanza di programmazione a grandi livelli.
Non ci resta che aspettare....

lunedì 3 marzo 2008

Come 14 anni fa....


Come 14 anni fa, Ranieri perde in rimonta per 3 reti a 2 la decisiva sfida tra Juventus e Fiorentina.
Corsi e ricorsi pendono ancora una volta dalla stessa parte.
Dispiace dare la colpa della sconfitta ad una sola persona, però credo sia sotto gli occhi di tutti che ieri la differenza in campo l'hanno fatta i due allenatori.
Da una parte Prandelli, dall'altra Ranieri.
Incomprensibile sin dall'inizio la scelta di puntare su Grygera come centrale sinistro, ruolo in cui più volte ha dimostrato di non trovarsi a suo agio.
E scusatemi se lo dico: Grygera già da terzino destro non è che sia questo grosso campione, schierato fuori ruolo diventa addirittura dannoso.
Ma Stendardo cosa è stato comprato a fare?
Nel corso della gara poi, dopo che la Juventus si era ritrovata con pochi meriti in vantaggio, visto che la Fiorentina stava giocando meglio, pazzesca la scelta di rinunciare in pochi minuti agli unici 2 giocatori dotati di tecnica sopraffina in rosa: Camoranesi e Del Piero.
E poi possibile che Tiago non sia degno di giocare nemmeno più i 20 minuti finali di una gara?
Nell'ultimo quarto di gara, poi, oltre all'impossibilità di fare possesso palla vista l'assenza di piedi buoni in squadra, sono stati gettati al vento calci di punizione e calci d'angolo per mancanza di materia tecnica prima.
Una volta che poi Prandelli, lui si grande allenatore, ha stravolto la propria squadra come forse solo Marcello Lippi sa fare, e si è conquistato totalmente la fascia destra perchè non sostituire l'inconcludente Palladino con il più duttile e migliore in fase di copertura Salihamidzic?
Adesso però non bisogna farsi prendere dal panico.
Fino a 10 giorni fa, eravamo tutti qui a parlare di grande stagione della Juventus.
Quindi adesso sarebbe sciocco è da ipocriti stare a criticare.
Però bisogna rimboccarsi le maniche e ripartire da subito, perchè il Milan adesso dista soli 5 punti e la Fiorentina addirittura 1.
Fallire la qualificazione alla prossima Champions League sarebbe una sciagura biblica.
Io non credo al destino, e nemmeno alla fortuna.
Per me i grandi la fortuna se la cercano.
E se Ranieri nella sua lunga e stimata carriera ha praticamente vinto nulla, un motivo ci sarà.
Grande signore, grandissimo stile ma per vincere, dispiace dirlo, serve altro.
Servirebbe il Marcello o perchè no, Claudio Cesare che in quanto a stile Juve non è secondo a nessuno.